IL fascino dark della moda vittoriana e lo stile sfrontato e provocatorio delle “chola girls”, le ragazze messicane che hanno imperversatoa Los Angeles con le loro gang. C’è tutto questo sulla passerella di Givenchy dove sfila una femmina dall’aria misteriosa con croci cattoliche ricamate sul petto, vistosi gioielli, agganciati con un anello al naso e sparsi sul viso, incorniciato da riccioli impomatati.
La moda di Riccardo Tisci per Givenchy mescola riferimenti colti e stili che arrivano dalla strada, rielaborati con la sua passione per il lato dark e segreto delle cose che ci circondano. La passerella, allestita al liceo Carnot, uno dei più prestigiosi a Parigi, si snoda come un serpente, tra cumuli di vecchi televisori, flipper, caschi e skate board. Uno scenario che fa riferimento alla cultura giovanile delle “chola girl”, ragazze famose, tra l’altro, per il loro trucco esagerato. La parata di abiti vittoriani in velluto nero e trasparenze, genere “La morte ti fa bella”, si arricchisce di cappotti stretti da cinture corsetto ricamate, marsine e frac tagliati al vivo da indossare con gonne.
Tra i fan di Tisci in prima fila ci sono Kate Perry, Jessica Chatain e Kim Kardashian, nella sua versione ragazza biondo platino.
Grande ritorno alla femminilità, in versione minimalista, da Hermes, dove debutta la giovane stilista di 36 anni, Nadege Vanhee-Cybulski, che ha fatto carriera lavorando per marchi come Margiela, Céline e The Row. E per la sua prima passerella rende omaggio allo spirito equestre del marchio. La forma delle tasche su giacche e cappotti in pelle, color “blu curacao”, ricorda quelle delle selle da cavallo. E sempre al mondo dell’equitazione si rifanno i cappotti, con piccole mantelle o lunghe sciarpe, con le righe riprese dalle coperte blu-rosse usate per proteggere i cavalli. Hermes è il marchio simbolo del lusso senza tempo e Nadege lo esalta con le sue creazioni rigorose ma innovative, con maglioni in visone colorato e abiti da sera in seta jacquard che accarezzano il corpo e lo valorizzano.
Anche Stella McCartney porta una ventata di sensualità nel guardaroba femminile, dove ogni abito è pensato per essere indossato con disinvoltura: dalle giacche con gonna incorporata ai cappotti, di taglio maschile, chiusi con una cintura annodata in vita, passando per i maglioni giganti che mettono a nudo una spalla. Stella, grande paladina della moda eco-sostenibile, lancia la “Fur free fur”, ovvero la pelliccia senza pelliccia che non sacrifica nessun animale sull’altare della vanità femminile. Per la sera sceglie il bianco e nero di abiti dalle linee scultoree, molto puliti, con perle al collo.
Tuffo negli anni Settanta per Giambattista Valli. Cappotti, tubini e tuniche portate con pantaloni sono percorsi da geometrie e onde ipnotiche colorate, incrostate di paillettes, con innesti di fasce in visone. Ma Valli non dimentica la sua “donna in fiore” che torna in scena con decori più grafici e composizioni iper femminili, in pizzo macramè con foglie e petali dai colori delicati per abiti che fasciano il corpo. Sono abiti romantici indossati con il piglio di una donna che sa quel che vuole. A Parigi esercita un grande fascino il marchio Sacai della giapponese Chitose Abe, famosa per i suoi capi ibridi, frutto di assemblaggi originali tra cappotti e montoni, pellicce e trench, da indossare con calze in pelle.
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