Sì, viaggiare. Da un oceano a un deserto, da una metropoli a un villaggio nella giungla, al rifugio tibetano. Viaggiare con bagaglio al seguito, ma leggeri. Perché la signora è una “vagabonda” ma non vuole rinunciare alla cappelliera, e lui ama l’avventura ma non può fare a meno del materasso per la pennichella. Louis Vuitton fu il primo a pensare ai “capricci” del viaggiatore quando, nel 1854, aprì il suo negozio di articoli da viaggio in rue des Capucines, a Parigi.
Battezzati Objets Nomades, erano valigie, borse, brande e armadi trasportabili, realizzati in cuoio morbido e cedevole, fatti in serie ma anche su misura, come, per esempio, il “Baule Letto” pensato nel 1880 per l’esploratore Pierre de Brazza, diventato un’icona della Maison. L’arte del viaggio comodo, ma anche glamour, è l’idea portante della nuova collezione di Objets Nomades ispirata agli Ordini Speciali di Louis Vuitton, che saranno esposti in occasione del Salone del Mobile negli spazi di Palazzo Bocconi (corso Venezia 48, dal 14 al 19 aprile). I pezzi, 17, portano la frma di nove designer all’avanguardia di fama internazionale: la star spagnola di stanza a Milano Patricia Urquiola; il collettivo nipponico Nendo; Maarten Baas, l’enfant terrible della design-art olandese; i britannici Edward Barber e Jay Osgerby; i fratelli Fernando e Humberto Campana, ambasciatori del Brasile; Yael Mer e Shay Alkalay di Raw Edges; l’Atelier Oi dei designers svizzeri Aurel Aebi, Patrick Reymond e Armand Louis, i francesi Damien Langlois Meurinne e Gwenael Nicolas.
Il cuoio (materiale emblematico della casa france2 se), piegato, tagliato, cucito, avvolto o stirato: ogni oggetto è una versione personale e di alta fattura del nomadismo contemporaneo. Gwenael Nicolas, pensando al riposo del moderno avventuriero (vedi Ernest Hemingway e la sua passione per i Safari), ha concepito “Ernest Bed”, un materasso in tessuto con bordi e cuscino in pelle Nomade. Romantica e assai utile è “Bell Lamp”, la lampada senza fli per notti senza luna di Barber & Osgerby. Mentre Patricia Urquiola, ricordando forse Karen Blixen in Africa, ha pensato la sua Swing Chair come una sedia a dondolo ispirata a una borsa, con due grandi “maniglie” in metallo che reggono una seduta in rete intrecciata espandibile, riempita con un morbido cuscino in pelle Nomade della Maison. Un click e si chiude: potete trasportarla ovunque, dalla giungla al deserto.
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